Come potrà essere speso il reddito di cittadinanza?
Sbaglia chi pensa che il reddito di cittadinanza sia un assegno che potrà spendere per come vorrà. A chiarirlo è Di Maio.
Il reddito di cittadinanza, precisa il ministro, sarà erogato su una card, «questo permette la tracciabilità e non permette evasioni o spese immorali». La card, aggiunge il vice premier «permette di utilizzare questi soldi per la funzione per cui esiste il reddito: assicurare la sopravvivenza minima dell’individuo. È chiaro che per comprare un “gratta e vinci” o le sigarette o dei beni non di prima necessità la card non funziona». L’obiettivo che si dà il governo, sottolinea ancora, è che il reddito sia «speso nelle attività sul suolo italiano perché vogliamo iniettare nell’economia reale 10 miliardi di euro ogni anno, il che significa far ripartire i consumi e la vita delle imprese e dei commercianti».
Quali sono i requisiti per avere il reddito di cittadinanza?
Per avere il reddito di cittadinanza, oltre a possedere un reddito non superiore a 780 euro mensili ed essere iscritto ai centri per l’impiego, bisogna rispettare le seguenti condizioni:
- ricerca attiva di un lavoro (un po’ come succede già con la Naspi);
- partecipazione e completamento dei corsi di formazione (anche qui il requisito ricalca l’assegno di disoccupazione);
- involontarietà della disoccupazione.
Su quest’ultimo punto bisogna fare un chiarimento. Ai sensi della normativa sulla Naspi, per come interpretata dall’Inps e dalle altre istituzioni, la disoccupazione si considera involontaria quando deriva da licenziamento e da dimissioni per giusta causa (ad esempio necessitate dal mancato pagamento degli stipendi, dal mobbing, da violenze, ecc.). Nel concetto di licenziamento rientra però anche quello per “giusta causa” ossia determinato da un comportamento di solito doloso del dipendente (ad esempio quando il lavoratore resta a casa senza dare più notizie di sé al datore). Chiaramente un’interpretazione di questo tipo aumenta il rischio di frodi: per farsi licenziare “involontariamente” basta non inviare alcun certificato medico e il gioco è fatto. Questo porrà – così come già pone – sui contribuenti il peso del sostenimento di chi non vuole andare a lavorare.
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